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UN AMORE DI FERRO

 

Successe proprio così.

Fu dopo un decennio a bottega dal fabbro che mi accorsi di te,

che desiderai stare da solo con te.

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Per noi ricavai uno spazio,

io, te, un'incudine e un martello.

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Iniziò tutto lì.

Da allora insieme abbiamo vissuto momenti di calore

e momenti di tensione.

Per te ho faticato, sudato e a volte anche imprecato.

Con te ho trascorso le notti.

A te ho confidato le mie ansie e le mie paure,

le mie gioie e le mie fragilità.

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Tu conosci la mia anima e io la tua.

Mi ascolti in silenzio, senza giudicare.

Permetti alle mie emozioni di fluire libere fino a plasmarti,

espressione della parte più profonda di me che solo tu conosci.

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Ecco perchè,

quando ho voglia di un intimità assoluta,

nel tuo eterno tacere mi rifugio.

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BIOGRAFIA

Andrea Borga Art

Andrea Borga nasce nel 1985 a Trento.

È un artista italiano che vive e lavora a Coredo, piccola località turistica tra le Dolomiti del nord Italia.

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Scultore di metalli autodidatta, inizia a lavorare all'età di 17 anni nel settore metalmeccanico con gli artigiani della zona, ivi impara ed approfondisce diverse tecniche lavorative come la forgiatura, la brunitura e la saldatura.

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È tuttavia nell'intimità del suo laboratorio che inizia ad avvicinarsi alla scultura e a ricercare una propria identità artistica. Qui dà vita alle sue prime opere ispirate a soggetti naturali ricercati sulle sue montagne.

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Le esperienze negli Stati Uniti, in Francia ed in Svizzera lo portano ad esplorare nuovi approcci legati allo studio della forma umana. 

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Le sue sculture sono realizzate prevalentemente in ferro, acciaio inox o acciaio corten, con l'accostamento di altri materiali naturali o cemento.

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La finitura della materia avviene attraverso processi chimici o fisici, senza l'utilizzo di vernici, affinché della materia stessa ne rimanga l'integrità estetica.

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ARTIST STATEMENT

La lavorazione dei metalli accompagna l’uomo dalla notte dei tempi. Una tradizione che nasce e si sviluppa da conoscenze ancestrali che si tramandano, da secoli, di generazione in generazione. L'artigiano è colui che crea forgiando, modellando, battendo la materia, un professionista del metallo che mette la sua abilità tecnica al servizio della comunità.           Il dibattito attorno al ruolo del “faber” e dell’artista all’interno della società si è presentato ciclicamente nei secoli. Un confine labile li divide, principalmente dovuto agli intenti: da una parte c’è la pura tecnica, dall’altra l’originalità e la creatività dell’artista.

 

Mi piace definirmi come la fusione di queste due figure: fabbro di formazione, la passione per il metallo mi ha portato a indagare maggiormente questa materia che, nonostante negli anni abbia esperito e sperimentato in molteplici modo, continua a stupirmi.

Questo implica che quando mi approccio al metallo inizio con esso un vero e proprio dialogo, in cui la materia stessa è parte attiva e quindi responsabile del risultato. Quindi il dialogo, il processo di realizzazione dell’opera, per me è importante tanto quanto il prodotto finale. Perché come qualsiasi conversazione, nonostante si possa avere contezza dell’argomento e gli strumenti per poter argomentare, c’è sempre una parte che rimane fuori dal nostro totale controllo, ossia la risposta dell’altro. E proprio questa risposta può comportare, in corso d’opera, dei ripensamenti, dei cambi di direzione. La mia idea iniziale inevitabilmente si modella alla prova del materiale. 

 

Il risultato sarà quindi responsabilità di entrambi gli interlocutori, artista e materia. Questo è ciò che mi affascina: la consapevolezza che per quanto io possa conoscere un materiale, non ne ho mai un pieno controllo. E per quanto provi a imporre una mia volontà, la materia ha e continua ad avere una sua vita e autonomia, che può diventare a volte resistenza. Il metallo può essere battuto, allungato, fuso, spezzato, anche eroso. E, nonostante conosca le tecniche, mai mi è possibile sapere a priori quale sarà il risultato finale. 

 

Sebbene veicolata da una forma, è quindi la materia la vera protagonista e il vero motore della mia ricerca. Una materia viva che crea e ricrea il mio mondo, mostrandomi in tutte le sue potenzialità e, spesso, contraddizioni.

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